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Volontario, socio dipendente, vicepresidente, presidente. Non c’è ruolo che Francesco Castegnaro non abbia ricoperto in Cooperativa Sociale 81. In tutto 42 anni di vita vissuta nella nostra famiglia, a partire da quel primo settembre del 1981, quando si iscrisse al libro soci.

Ora che Francesco ha raggiunto la pensione, un traguardo condito da una gioiosa ed emozionante (qualche lacrima è scesa…) festa in cooperativa assieme ai colleghi, è giunto il momento di tirare le somme e guardare al futuro…

Cosa ti spinse a fare il tuo ingresso in Coop 81?

La molla è stato l’anno di servizio civile che feci a Roma, nella Comunità Capodarco, che ospitava persone con disabilità psichica e fisica. Grazie a quell’esperienza, capii che avrei voluto continuare ad impegnarmi nel sociale e così, una volta rientrato a Montecchio Maggiore, decisi di fare il volontario in Coop 81, che era stata costituita da poco, nell’Anno Internazionale della Solidarietà, grazie anche alla spinta dell’allora assessore al sociale Flaviano Caldonazzo. Avendo, inoltre, una cugina con disabilità, ho sempre guardato a questo mondo con interesse, per capire come rendermi utile.

E il passo da socio volontario a socio lavoratore?

Avvenne precisamente il 12 marzo 1984, con matricola numero 20. Decisi di abbandonare il mio impiego da magazziniere alla Fiamm per impegnarmi a tempo pieno a fianco delle persone con disabilità, precisamente nel reparto assemblaggio, che da allora divenne la mia “casa”.

Come volontario prima e come dipendente poi, ho vissuto tutte le fasi cruciali della cooperativa, compresi i vari trasferimenti: lo stabile del Comune in Piazza Matteotti, la sede in Piazza San Paolo ad Alte Ceccato, quella in via Fratelli Bandiera, l’acquisto del terreno pubblico nella zona industriale e, infine, l’attuale collocazione in via Madonnetta. Sono stato responsabile delle commesse e tutor aziendale, ma ho anche svolto incarichi esterni.

Quali?

Attraverso il Consorzio Prisma, per un periodo ho trascorso un giorno alla settimana nel carcere di Vicenza per occuparmi degli inserimenti lavorativi dei detenuti a fine pena, che venivano impiegati soprattutto nel reparto cura del verde. Una convenzione tra Coop 81 e l’allora Ulss 5 Ovest Vicentino mi ha poi permesso, per 12 anni, di svolgere un’attività amministrativa in seno all’azienda sanitaria. Mi occupavo in particolare di cespiti. Un’esperienza che mi ha consentito di conoscere più a fondo la realtà della sanità pubblica e i rapporti con le cooperative sociali.

E poi è arrivato l’impegno attivo nell’amministrazione di Coop 81…

Nel 1996 ho fatto il mio ingresso nel Consiglio di Amministrazione. Sono stato vicepresidente dal maggio 1999 al maggio 2005 e poi, dopo i 21 di presidenza di Renato Festival, mi è stato chiesto di prendere il suo posto. Ho risposto di sì, nello spirito che mi ha sempre guidato, ossia mettermi a completo servizio della cooperativa. Ho ricoperto il ruolo di presidente dal 26 maggio 2005 al 7 febbraio 2012, quando subentrò Giovanni Dolcetta. Ricordo che quegli anni furono contraddistinti da un notevole incremento del personale, dal rafforzamento del team, anche attraverso apposite attività formative, e da nuove importanti commesse. Concluso il mio incarico, sono tornato a lavorare nel reparto di assemblaggio, fino al giorno del pensionamento.

Francesco Castegnaro con l’ex presidente Renato Festival

E ora?

La cooperativa ti rimane nel cuore e nel sangue e quindi sarà per me impossibile staccare completamente e fare semplicemente il pensionato. Continuerò ad impegnarmi come volontario sia nella sede produttiva sia in seno all’associazione. Poi presterò più attenzione alla mia salute, farò più attività sportiva, soprattutto nuoto e bici, e proseguirò l’attività di istruttore nazionale di nordic walking.

Se dovessimo riassumerlo in tre punti, cos’è per te la Cooperativa Sociale 81?

Innanzitutto è un beneficio per il territorio in cui opera, perché rappresenta un sostegno concreto per le famiglie che hanno un loro caro con disabilità. È poi un luogo di inclusione e di promozione umana e sociale per le persone diversamente abili. È infine un luogo di formazione per chi volesse iniziare un percorso lavorativo nelle aziende no profit.

Se poi dovessi indicare una parola centrale, questa è SERVIZIO. È il faro che la cooperativa segue fin dalla sua nascita e che continuerà ad illuminare il suo cammino.