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Il tutor Mattia Tomasi (al centro) insieme ad alcuni dei nostri lavoratori

“Non avrei mai pensato, quando sono entrato in Coop 81, di diventare un giorno un tutor. È stata la scelta giusta, perché è bello compiere un percorso assieme ai ragazzi e accompagnarli fino a quando riescono a raggiungere la loro gratificazione. Vedere la loro felicità quando riescono a compiere una lavorazione da soli è qualcosa di eccezionale. Ti vedono come un punto di riferimento, un fratello maggiore con cui instaurare un clima di stima reciproca. Ricordo in particolare quando uno di loro mi ha detto che lavorare in cooperativa gli ha permesso di superare la disabilità, sia fisicamente che mentalmente. È stata veramente una grande soddisfazione!”.

Mattia Tomasi lo racconta con entusiasmo. Perché è proprio questo il compito del tutor aziendale, accompagnare il tirocinante diversamente abile o con disagio nel suo percorso di inserimento lavorativo, aiutandolo a superare eventuali difficoltà e valutandone il comportamento. Una figura importante per una realtà come Cooperativa Sociale 81, tanto da essere prevista per legge nelle cooperative di tipo B.

Mattia è uno dei nostri quattro tutor, che fanno capo al disabilty manager (nonché vicepresidente) della nostra azienda Alberto Guarda per tutto ciò che concerne, appunto, l’inserimento dei tirocinanti.

“Per ricoprire questo ruolo – spiega Mattia – ho frequentato un corso di formazione promosso dal Consorzio Prisma. Gli insegnanti sono altri tutor che focalizzano le loro lezioni sugli aspetti legislativi e relazionali dei tirocini. È ciò che a noi serve quotidianamente, mentre la parte burocratica è seguita dall’amministrazione”.

I compiti del tutor

L’ingresso di un nuovo tirocinante è preceduto da una fase di valutazione della persona, per capire se sia adeguata o meno alle tipologie dei diversi lavori eseguiti in cooperativa.

“Una volta che il tirocinante viene ammesso – afferma Mattia – si valuta come procede la sua esperienza, attraverso alcuni parametri come la puntualità, l’ordine della propria postazione, il rispetto delle regole, la cura della persona e il rendimento lavorativo. La scheda periodica di valutazione viene poi trasmessa all’amministrazione, che ha il compito di inoltrarla all’ente che ha inviato la persona (SIL dell’Ulss 8 Berica, Consorzio Prisma o istituti di formazione) o all’assistente sociale di riferimento”.

Ma quali sono i veri obiettivi di un tutor? “Il nostro compito principale – continua Mattia – è capire le potenzialità delle persone, per valorizzare le loro capacità. Poi, conclusa l’esperienza del tirocinio, dare la nostra valutazione all’ente inviante, in modo tale che abbia elementi utili per capire come continuare il suo percorso e, quindi, se sia preferibile rimanere in un ambiente protetto oppure provare l’inserimento nel mondo profit. Questo nostro compito non è solo per i tirocinanti, ma vale anche per il monitoraggio dei nuovi assunti, oppure per i tirocini degli studenti sia come formazione estiva sia come alternanza scuola-lavoro”.

Una stima reciproca

E i nostri lavoratori che hanno avuto Mattia come tutor cosa dicono?

“Si comporta come un collega alla pari e non come un superiore che ne sa di più di te”, afferma Franco.

“All’inizio mi ha insegnato ad insacchettare gli oggetti che assembliamo – aggiunge Barbara – e poi, grazie al suo aiuto, ho imparato ad eseguire l’operazione da sola. È stato bellissimo!”.

È questo lo spirito che contraddistingue la nostra cooperativa: accompagnare chi è in difficoltà nel percorso verso il raggiungimento del maggior grado di autonomia possibile. E i tutor sono parte integrante di questa missione.

Mattia e Barbara