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Oggi gran parte di chi lavora per Cooperativa Sociale 81 è rappresentata da persone che provengono da uno stato di svantaggio sociale: disabili psichici e fisici, uomini e donne in difficoltà che, tramite l’impiego in azienda, vengono accompagnati nel loro percorso verso l’integrazione e il raggiungimento della maggiore autonomia possibile.

Ma come avvengono gli inserimenti lavorativi nella nostra squadra? Le strade sono diverse, come spiega il nostro vicepresidente, Alberto Guarda.

“Principalmente le persone ci vengono segnalate dal Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) dell’Ulss 8 Berica o proposte dal Consorzio Prisma, cui Cooperativa Sociale 81 è associata. Attraverso il SIL possono realizzarsi due forme di impiego: i tirocini di inserimento/reinserimento lavorativo, che hanno una durata di 2-3 anni e sono propedeutici ad un’assunzione in aziende del territorio o in cooperative sociali come la nostra, e i tirocini di inclusione sociale, che si rivolgono a persone che, a causa della loro disabilità, non hanno reali capacità lavorative, ma traggono comunque un grande beneficio, fisico e sociale, dall’impegnarsi per gran parte della giornata in un ambiente come il nostro. È il team composto dalla presidente, dai tutor aziendali e dal gruppo operatori a valutare di volta in volta le candidature e a controllare, attraverso verifiche periodiche, il buon andamento del progetto formativo individualizzato”.

Ci sono, però, altre modalità di ingresso in Cooperativa Sociale 81. “Le persone normodotate – continua Alberto Guarda – entrano nella nostra azienda come in qualsiasi altro luogo di lavoro, cioè attraverso l’invio del curriculum e il successivo colloquio. In rari casi ciò avviene anche per le persone con disabilità. Alcune persone giungono da noi, su segnalazione di avvocati, perché in regime di messa alla prova: affrontano, cioè, con noi un percorso di carattere sociale, con valutazione finale sottoposta al giudice, ‘in cambio’ della sospensione del procedimento penale di primo grado per reati di minore allarme sociale per i quali sono imputate. C’è poi la strada dei tirocini scolastici, che solitamente durano da due settimane a due mesi. Vengono da noi studenti normodotati coinvolti nei progetti di alternanza scuola-lavoro e provenienti soprattutto da istituti ad indirizzo sociale, oppure studenti con difficoltà psichiche o motorie provenienti soprattutto da centri di formazione professionale. Anche con loro viene affrontato un percorso che prevede una verifica finale da inviare alla scuola. Per loro si tratta di un bagaglio formativo molto importante, che li aiuterà nel futuro cammino nel mondo del lavoro”.

È, dunque, proprio tramite gli inserimenti lavorativi (che sono in media una ventina all’anno) e i tirocini scolastici che si concretizza il ruolo sociale della nostra azienda. “E non ci fermiamo al minimo sindacale imposto dalla legge per essere riconosciuti come cooperativa di tipo B, ossia il 30% di lavoratori disabili certificati assunti sul totale del numero di lavoratori normodotati. Il 31 dicembre 2021 abbiamo, infatti, raggiunto quota 52% (cui si aggiungono 10 persone tra disabili e svantaggiate impegnate in un tirocinio) e la nostra capacità produttiva non ne risente, anzi. Sono persone straordinarie, che danno un grandissimo contributo alla nostra quotidiana attività”.

 

Il vicepresidente Alberto Guarda