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Martina con mamma Carla

«Chi non vorrebbe lavorare in un ambiente che dà centralità alla persona, in cui ognuno si impegna a fare bene il proprio mestiere, dando la giusta considerazione al lavoro altrui? Sono realtà rare, eppure, fortunatamente, esistono». Sono le parole di Carla Peotta, mamma di Martina, una ragazza di 34 anni con una lieve disabilità psicomotoria, che da diversi anni lavora a tempo pieno nel comparto assemblaggio della Cooperativa Sociale 81.

Una ragazza con il sorriso perennemente stampato in faccia che, con la sua chiacchiera, probabilmente “stancherebbe” chiunque. Baskin, calcio ma anche gite, feste e pure un progetto di convivenza. Insomma, una vita tutt’altro che noiosa. E durante la settimana, come tutti, Martina passa gran parte del suo tempo al lavoro.

«La cooperativa è una realtà che dà lavoro a ragazzi che, probabilmente, farebbero fatica a trovare un impiego – spiega Carla –. Per mia figlia è stata una grossa opportunità perché, davvero, questo lavoro le infonde autostima, nel senso che si sente utile. Da quando lavora in cooperativa, inoltre, posso dire di aver notato un miglioramento nella sua organizzazione personale e una migliore capacità di integrarsi all’interno di un gruppo».

Le attività svolte sono di assemblaggio e confezionamento, seguite da operatori che valutano le esigenze del singolo individuo conciliandole con le necessità della normale giornata di lavoro. La cooperativa non è poi solo lavoro, ci sono anche gite, corsi o feste. «Un’occasione per i ragazzi, ma anche per le loro famiglie, di vivere esperienze nuove e condivise. Tempo fa, per esempio, abbiamo partecipato ad un corso di autodifesa che, devo dire, ho trovato davvero utile».

Inoltre, durante la pausa pranzo, sono previsti turni in cui i ragazzi devono contribuire al buon funzionamento della mensa, con la preparazione e il riordino dei tavoli. Piccoli compiti che li aiutano ad essere più responsabili e autonomi, anche al di fuori dell’ambito lavorativo.

Tutto questo senza dimenticare che fondamentale resta l’aspetto economico. «Avere uno stipendio, per Martina, è davvero motivo di grande orgoglio perché, in questo modo, può soddisfare i propri desideri e piccoli sfizi. Ad esempio, proprio oggi il corriere ha consegnato il nuovo CD di Amici che aveva ordinato».

Perché il compito dell’azienda è quello di offrire un’opportunità di inserimento nel mondo produttivo affinché questi ragazzi possano raggiungere la maggiore autonomia possibile.

Far parte della cooperativa sociale, dunque, non è solo un semplice lavoro. Rappresenta, un’occasione per rinsaldare la propria autostima, uscire dalla cerchia familiare e sviluppare nuove amicizie nelle quali riconoscersi. Nell’ottica di una vita futura quanto più indipendente e autonoma.

Martina con mamma Carla